Tuesday, 7 July 2009

Italia e la burocrazia barocca

Mentre tornavo a casa da Cádiz, dove ho passato un po' di giorni di relax, mi chiedevo quale fosse la prima cosa che avrei scritto al mio ritorno. (S)Fortunatamente non ho dovuto pensare molto: una pattuglia di Guardias Civiles mi fermò all'uscita di un tunnel. L'esperienza, comica, mi ha dato lo spunto necessario per scrivere il mio primo post.

La vita di uno straniero comunitario in Spagna potrebbe e dovrebbe essere abbastanza semplice. Quando meno me lo aspetto, però, inciampo nella burocrazia barocca del mio paese. Pensavo di essere al sicuro in Spagna, con la mia carta d'identità digitale e tutti i servizi per il cittadino disponibili in Internet: quelli, in Italia, sono ancora un sogno che forse (forse...) mia nipotina vedrà realizzarsi.

Faccio una piccola premessa: in Spagna ho bisogno della documentazione Italiana perché, grazie al privilegiato status di straniero comunitario, sono esente dall'obbligo di richiedere un permesso di residenza. Ho sempre con me, quindi, il necessaire dell'emigrante (comunitario):
  • NIE: l'equivalente della cartà d'identità. Il formato è quello delle carte di credito.
  • Passaporto (ecologico Italiano: questo lo racconto in un altro post)
  • Carta d'identità. Qui è ancora cartacea. Di tanto in tanto ci provo ancora a mostrarla anche se di solito la gente non crede a quello che vede e quando ci crede, ride. Il commento più carino che ho ricevuto mi è stato rivolto da una Guardia Civile durante un controllo nell'Autostrada Madrid-A Coruña: "Beh, dai, questo è proprio un documento da Impero Romano".
  • Certificato di iscrizione all'anagrafe consolare.
Certificato di iscrizione all'anagrafe consolare? Eh già! Un altro salto mortale della nostra burocrazia malata. Un'italiano all'estero si iscrive all'AIRE, l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero. All'atto, si rilascia detto certificato. Peccato che ai fini del rilascio della carta d'identità (e del passaporto) il domicilio risulta ancora essere (chissà perché...) l'ultimo domicilio in Italia. Quindi? Quindi nella carta d'identità c'è un indirizzo inutile che, alle autorità del paese di residenza (quello vero, la Spagna) non serve. Quindi: tiro fuori il NIE (dove c'è l'indirizzo buono), il passaporto (o la carta d'identità) e poi, contestualmente (avverbio che tanto piace al legislatore Italiano), mostro anche il certificato di iscrizione all'anagrafe consolare. E questo finché non scada il mio NIE: allora avrò bisogno del certificato di registro (certificado de registro). Comodo. Invece del portafogli la mia ragazza mi ha regalato una scrivania...

In Settembre mi scadeva il passaporto e la carta d'identità. Andai al consolato per scoprire che il passaporto nuovo mi sarà recapitato tra ben due mesi. Sì, sì, due mesi, ma non perché un amanuense debba scriverlo e rilegarlo a mano. Semplicemente perché i poveri diavoli del Consolato non sanno più che Santi chiamare. Ok, quindi niente ferie fuori dalla Comunità Europea. Già che c'ero ho chiesto che mi rinnovassero la carta d'identità. Come nel caso del passaporto ecologico, il rinnovo si fa all'italiana. Un bel timbretto e la data scritta a mano. A prova di frode.

Ora torniamo a noi. Il Guardia Civile, pover'uomo sotto un sole cocente, a 40 gradi, nella deserta autostrada Madrid-Badajoz, mi ferma per un controllo di routine e mi chiede i documenti. Io gli porgo la succitata documentazione:
  • NIE
  • Carta d'identità con rinnovo artigianale
  • Passaporto ecologico con rinnovo artigianale
  • Certificato di iscrizione all'anagrafe consolare
Il militare guarda la documentazione, ci capisce poco e poi finisce come sempre: ci ridiamo sopra e finisco per guadagnarci. Con il suo accento dell'Extremadura mi congedò dicendo: "Ma come farei io a multarti?". Il poveraccio era sottinteso.

Poi un giorno leggo il giornale e ringrazio ancora una volta i nostri legislatori e le loro (imperscrutabili) ragioni: la carta d'identità elettronica vale dura 10 anni. Cito testualmente:
La carta di identità ha la durata di 10 anni. Tutti i possessori del documento, la cui scadenza di 5 anni è prossima, debbono recarsi al comune di residenza o dimora, dove per il formato cartaceo sarà apposto un timbro, mentre per il documento elettronico sarà consegnato un certificato, valido a tutti gli effetti di legge, che ne attesta la proroga e che dovrà essere conservato ed esibito contestualmente.

Se l’Autorità straniera non dovesse riconoscere la validità di tale certificazione, è necessario contattare gli Uffici diplomatici italiani del luogo.
Certo! Se, per esempio, sono a Creta e mi ferma il poliziotto greco che, incredulo, vede una carta d'identità scaduta esibita contestualmente a un foglietto (unto e stropicciato) che dichiara che il mio documento è invece ancora valido, cosa può succedere? O ci crede e si fida, visto che il foglietto è contestualmente scritto in italiano e quasi certamente lui non capirà nulla, o potrò rivolgermi comodamente all'Ambasciata Italiana di Atene.

Ma come si possono partorire queste idee, nel ventunesimo secolo?

(*) Grazie, Luca, per il link ed i tuoi commenti, ironici come sempre.

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